Paesaggi suggestivi e borghi dal fascino inconsueto.

Il versante calabrese del massiccio del Pollino, il parco nazionale più esteso d’Italia, dal territorio, in parte rude, aspro, ricco di dirupi e, in parte, boscoso e dalla vegetazione lussureggiante, ha un fascino tutto suo con borghi e località da scoprire che ti regalano scorci unici ed emozionanti. Canyon con torrenti dove praticare rafting e canyoning, borghi arroccati sui monti che sembrano dei presepi, grotte con reperti di insediamenti rupestri preistorici, eremi incastonati tra le rocce, tutto questo e molto di più ci viene regalato da questo territorio dai tratti contrastanti che lo rendono unico. 

Civita, le gole del Raganello e Morano. Bellezze nel cuore del Pollino…

Un paesaggio sbalorditivo.  Ma cos’è il paesaggio agli occhi di ognuno di noi.

“Il paesaggio resta comunque qualcosa che ha a che fare con lo sguardo, col punto di vista. Sta negli occhi di chi guarda, quasi di più che nella sua realtà oggettiva. Sta nella capacità di leggerne la complessità, la ricchezza, le costanti e le varianti. Sta, su tutto, nella curiosità” (Gianni Biondillo) 

Ecco, con questi occhi pieni di curiosità ci siamo approcciati a questi luoghi.

Siamo a Civita, dove facciamo un’escursione fino alle gole del Raganello. Un torrente che scorre tra pareti rocciose così alte da lasciarti senza fiato. Uno spettacolo della natura unico nel suo genere in questa regione. Acqua e rocce, elementi della natura, che coesistono e si trasformano l’uno con l’altra. L’azione erosiva dell’acqua fa delle rocce delle vere e proprie sculture naturali, mentre le rocce segnano il percorso dell’acqua facendo in modo che quest’ultima si mostri al massimo del suo splendore cristallino sotto forma di cascate nei dirupi e tra le rocce stesse.  Noi ci fermiamo nei pressi del Ponte del Diavolo a goderci questo scenario meraviglioso.

Dopo l’escursione facciamo merenda con i prodotti tipici del posto: pane casereccio, salumi, formaggi, e sott’oli. Prodotti semplici, ma dal carattere autentico e dai sapori antichi e primordiali…  e restiamo ancora una volta senza fiato. 

Continuiamo il nostro percorso e arriviamo a Morano. Un borgo molto caratteristico arroccato sulle pendici del Pollino che sembra quasi un presepe dominato dall’alto dai ruderi del castello Normanno-Svevo.

Il percorso nel dedalo delle stradine per arrivare fino al castello ci regala degli scorci magnifici e la scarpinata fino a quassù è stata veramente ripagata da quello che si apre davanti ai nostri occhi. Da qui, infatti, si gode una vista strabiliante sull’ampia e verde vallata. 

La giornata finisce e decidiamo di concluderla con una cena in un agriturismo a Mormanno. 

Cenare nell’agriturismo “Donna Bianca” è stata un’esperienza culinaria che ha dato prova della fama della cucina calabrese. In un ambiente che ricorda la sala da pranzo di casa vengono serviti prodotti genuini del territorio che ti fanno ricordare la cucina della nonna. I cavatelli con il ragù di maiale sono un godimento per il nostro palato.

… e Papsidero e la grotta del Romito. Gioielli del versante tirrenico del Pollino

Il giorno dopo ci dirigiamo verso il mare e al nostro passaggio il paesaggio del Pollino cambia ancora quando ci ritroviamo nella catena dell’Orsomarso, caratterizzato da rocce carsiche ricche di vegetazione tipica della macchia mediterranea e dalla splendida valle, percorsa dal fiume Argentino. 

Questo territorio è molto ricco d’acqua. Qui scorre anche il fiume Lao, dove a Papasidero, fa da cornice al Santuario della Madonna di Costantinopoli. Un santuario incastonato tra le rocce affacciate sul fiume: una vera perla.

Una piccola chiesa dall’architettura semplice costruita dai monaci Basiliani che hanno scelto questo posto come luogo di preghiera in un contesto di assoluto silenzio.

Papasidero ha origini antichissime e qui, poco fuori dal paese, troviamo la grotta del Romito. 

Trattasi di un sito archeologico  con testimonianze di arte preistorica rupestre risalenti al paleolitico.

Dopo il ritrovamento negli anni ’60 del graffito raffigurante il Bos  Primigenius sono iniziati gli scavi archeologici che hanno portato alla luce tombe e reperti di vario genere. 

La visita di questo sito è particolarmente impressionante. 

Vedere testimonianze di vita risalenti a migliaia di anni fa, riportate alla luce dalle viscere della terra è come compiere un viaggio nel tempo che ti porta indietro di migliaia di anni… Quanta vita sedimentata in quegli strati!

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Sono Annamaria, blogger appassionata di cucina e viaggi. Scrivimi se lo desideri e seguimi anche sui miei canali social.